Finalmente il risultato è arrivato. Il tribunale di Milano ha accolto le pretese mosse da alcune associazioni dei consumatori, confermando la misura cautelare già disposta nel 2018, e ha condannato l’agenzia telefonica al rimborso dei clienti Tim a cui veniva richiesto il pagamento ogni 28 giorni. Sentenza che segue la scia del provvedimento emesso questo Luglio per la Wind-Tre.
Il metodo di fatturazione a 28 giorni permetteva alle compagnie telefoniche di rinnovare le offerte ogni 4 settimane, anziché ogni mese, ottenendo così 13 mensilità all’anno, invece di 12.
Tale metodo permetteva un ricavo del 8,6% in più rispetto a quelli che si potevano ottenere in 12 mesi.
Il Tribunale di Milano con la nuova pronuncia ha esteso la fascia di clienti a cui spetta il rimborso; infatti, la prima ordinanza comprendeva solo i clienti a partire dal Giugno 2017, mentre adesso ne potranno beneficiare anche i clienti e gli ex-consumatori Tim del periodo Aprile 2017 – Aprile 2018.
La Tim provvederà ad informare i consumatori a cui spetta il rimborso tramite diversi canali ovvero attraverso avviso sul proprio sito web, pubblicazioni su alcuni quotidiani, un’informativa in fattura e lettera ad ex clienti.
La compagnia telefonica dovrà, inoltre, entro 30 giorni, accogliere la richiesta di restituzione dei corrispettivi relativi alla telefonia fissa illegittimamente trattenuti.
Per ottenere il rimborso il consumatore dovrà contattare il servizio clienti Tim al numero 187 o tramite l’app My Tim.
Si tratta, tuttavia, di una vittoria a metà per i consumatori poichè, tra il novero degli aventi diritto al rimborso, non stati inclusi tutti gli utenti che hanno ricevuto fatturazione ogni 28 giorni, nè, tantomeno, è stato previsto un rimborso automatico.