Richiede particolare attenzione uno dei temi più delicati del nostro paese, molto spesso tenuto in un colpevole silenzio dalla politica, che non sa o non vuole affrontare questi problemi.
“Si può cominciare dall’invito ad «assicurare che i detenuti dell’Ucciardone ricevano regolarmente un adeguato quantitativo di prodotti per l’igiene personale». Oppure da quelli di Vicenza che hanno denunciato «frequenti maltrattamenti fisici, come calci e pugni». O ancora da Bari, dove si è trovata «una cella con undici persone in 20 metri quadrati». Il risultato non cambia. La Commissione per la Prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa ha visitato alcune le case di pena italiane e ha scritto un doloroso rapporto con più scuri che chiari. Il che, ovviamente, non rappresenta certamente una sorpresa. La delegazione dell’assemblea strasburghese (che non è una istituzione dell’Ue) ha messo sotto la sua lente le prigioni italiane nel maggio 2012. E’ stata in sei penitenziari, tre centri psichiatrici e uno di detenzione e espulsione per extracomunitari (Bologna). Il dramma di fondo è la «preoccupazione per il sovraffollamento persistente» dei bagni penali, sebbene, «in generale, i detenuti hanno parlato favorevolmente delle condizioni del trattamento». Però le botte fanno male, a chi le subisce e all’immagine del Paese. I commissari raccontano di «alcune denunce di maltrattamenti o uso eccessivo della forza» da parte delle forze dell’ordine, al momento del fermo e durante la detenzione: «In numerose occasioni sono state trovate prove mediche per le accise nei registri sanitari delle prigioni». La maggior parte delle proteste è attribuita a cittadini stranieri, in particolare quelli arrestati nell’area di Milano. Un po’ ovunque, i pubblici ufficiali si sarebbero distinti per «abusi verbali di natura razziale». Secondo quanto riferisce l’Ansa, l’allarme maltrattamenti sarebbe legato anche ai casi di Stefano Cucchi (deceduto nel 2009 durante la custodia cautelare), come a quelli della Diaz di Genova del 2011 e di Mario Gugliotta (il giovane picchiato nel 2010 allo Stadio di Roma). I nomi non vengono fatti, ma i riferimenti sono considerati reali, sottolineando che poche indagini su esponenti delle forze dell’ordine hanno portato a condanne. Vengono violati anche i diritti più elementari, avverte il Consiglio d’Europa. A Milano e Missina, si fa notare, non c’è traccia della documentazione cartacea con la traduzione delle garanzie concesse a è fermato, cosa che fortunatamente «succede nella maggior parte dei centri». A Palermo, la maledizione si inverte: «Le informazioni vengono date solo agli stranieri e non a chi parla italiano». L’appello al governo italiano perché corregga la situazione segue immediato. In attesa del «Piano carceri», il rapporto nota come dalla missione 2008 a quella 2012 la popolazione carceraria è salita da 59 a 66 mila, mentre la capacità è cresciuta a 43.012 a 45.585. Le condizioni materiali, comunque, «sono per molti aspetti adeguate negli istituti, con l’eccezione dell’Ucciardone, dove gran parte delle celle è in cattivo stato di conservazione e l’igiene lascia molto a desiderare». C’è parecchio da lavorare, dicono a Strasburgo. Visto che si tratta di essere umani, andrebbe fatto in fretta.”
Pubblicato il da ANAI
LA STAMPA
CORRISPONDENTE DA BRUXELLES MARCO ZATTERIN