Molte società di telecomunicazioni, già dal 2015, avevano, furbescamente, modificato le condizioni contrattuali inserendo la fatturazione ogni 28 giorni, anziché mensilmente. Questo, naturalmente, aveva comportato che per loro l’anno fosse composto non da 12 mesi bensì da 13 con ciò incamerando più soldi. I consumatori hanno iniziato a ribellarsi a tale modifica contrattuale, taluni cambiando operatore, talaltri allertando l’AGCOM. Quest’ultima è intervenuta a marzo di quest’anno emanando la delibera 121/17/CONS con la quale ha imposto agli operatori di telefonia fissa* di emettere le fatture per periodi non inferiori a 30 giorni.
Naturalmente, gli operatori di telefonia fissa non sono stati a guardare ed hanno deciso di impugnare tale direttiva dinanzi al TAR, il quale non si è ancora pronunciato.
Nel frattempo,però, essendo spirati inutilmente i 90 giorni previsti per dare applicazione alla direttiva, l’Agcom ha deciso di avviare azioni sanzionatorie nei confronti di Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb per il mancato rispetto delle disposizioni relative alla cadenza delle fatturazioni e dei rinnovi delle offerte di comunicazioni elettroniche.
Staremo a vedere gli sviluppi.
Intanto, l’AVOC, come associazione da sempre attenta ai diritti e agli interessi dei consumatori, è aperta ad offrire chiarimenti e pareri legali legati a tali ingiustizie e disservizi.
*Tutto ciò vale per la telefonia fissa; per quella mobile, infatti, è ancora prevista la possibilità di fatturazione ogni 28 giorni e ciò in quanto la maggior parte dei contratti di telefonia mobile sono relativi a prepagate.